Il Sole a stella sulle acque del lago del sabbione
di cesare re
E’ un attimo. La giornata è cupa. Il cielo è plumbeo, cattivo. Il vento è forte e freddo. All’improvviso, il sole buca le nubi e l’acqua scura del Lago del Sabbione prende vita, si colora e brilla del riflesso cangiante del controluce. Questa è stata la mia prima gita in Val Formazza. Era il 1995, ai primi di Ottobre. Impensabile, allora, che la valle sarebbe diventata uno dei miei “luoghi di lavoro”. Mi colpì molto il Lago del Sabbione, con questo aspetto da “Grande Nord”, per me che ero abitato alle Dolomiti, così “secche” e avare di acqua. Il sole a stella è stato ottenuto utilizzando un diaframma chiuso, introno a f 16. L’ottica fissa di Minolta, il Rokkor 28 2,8, reggeva bene il controluce. Un leggero flare, in realtà, è stato tolto in post produzione. Per la cronaca, le ottiche di Minolta si chiamavano Rokkor, come quelle di Nikon si chiamavano e si chiamano Nikkor. La foto è una scansione da diapositiva, una Kodak Elite 100, digitalizzata dallo scanner Nikon Coolscan V, nel 2022. Impressionante: sono passati ben 27 anni. La fotocamera era la mia primissima reflex, una Minolta X700, robusta e funzionale. Mi abbandonerà, l’anno successivo, ai 4000 metri, e oltre, sulla cresta del Castore. Sigh. Sgrunt. L’immagine è stata scattata a mano libera, anche perché, ai tempi, non avevo neanche un treppiede. Ne è passata di acqua sotto i ponti. Probabilmente selezionerò questa immagine, per uno dei prossimi lavori sulla Val Formazza. Anche questa è una notevole soddisfazione.
Il sole a stella e paraluce
Scattare in controluce, o con il sole in inquadratura, richiede particolare attenzione. Come prima cosa suggerisco di utilizzare il paraluce, per minimizzare il flare, ovvero le immagini parassite generate dal sole che si riflette nelle lenti dell’ottica. Per ottenere l’effetto stella del sole, si utilizzano diaframmi chiusi, tipo f11 o f16. Se il conseguente flare è eccessivo, sarà sufficiente aprire un po’ il diaframma. Attenzione che utilizzando diaframmi più aperti l’effetto stella si annulla e il sole sarà reso come una sfera. In controluce l’esposimetro tenderà a sottoesporre l’immagine, ovvero a renderla un po’ più scura. Sarà, quindi, necessario compensare l’esposizione, sovraesponendo, rispetto alle indicazioni dell’esposimetro. La sovraesposizione sarà maggiore o minore, a seconda dell’effetto che vogliamo ottenere. Al tramonto o all’alba, per esempio, l’intensità del sole sarà minore e mitigata dalla conseguente dominante rossa. Con sole velato, in una giornata di nebbia, non sarà necessario apportare correzioni eccessive o particolari, poiché l’intensità della luce risulterà mitigata dal velo atmosferico. Se scattiamo comprendendo una superficie riflettente, come per esempio un lago, sarà necessario prestare maggiore attenzione, poiché l’acqua è una superficie molto riflettente e richiederà una sovraesposizione attenta. Tra l’altro il paraluce andrebbe utilizzato sempre, anche quando si scatta con il sole esterno all’inquadratura. In questo modo si evita che la luce, laterale e di taglio, soprattutto, lambisca la lente dell’ottica, causando un calo di nitidezza generale, colori meno saturi e foto meno nitide, a volte come se fossero scattate con una sorta di micro velo. E’ vero che ogni ottica ha un trattamento antiriflesso, ma da solo, in genere, non basta e limitare velature e flare. Se le lenti dell’ottica non sono pulite o presentano qualche graffio, il contatto diretto col sole, senza paraluce, causerà flare accentuati. Il paraluce, tra l’altro, è utile anche per proteggere la lente frontale da eventuali urti o cadute. Attenzione, se usate il flash incorporato della fotocamera, può essere che il paraluce crei un ostacolo alla diffusione della luce dello stesso, proprio perché farebbe da barriera fisica. In questo caso, meglio non utilizzarlo. E’ anche un accessorio ingombrante, soprattutto quello per i supertele, ma è bene ricordarsi che si può montare, sull’ottica, all’incontrario, favorendone il trasporto.
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