All’inseguimento della luna sul pizzo del Ton 

di cesare re

Il Pizzo del Ton, in Valle Antrona, all’alba. Nikon D850; Nikkor 70-200 AFG, f4.

La luna sul Pizzo del Ton, in Valle Antrona 

C’è chi la afferra, chi la ammira, chi le ulula, chi ne porta il nome. In una mattina di settembre, io l’ho seguita, un pò come un licantropo. Sto parlando proprio della luna. Già da fondovalle, di primissima mattina, si vedeva una bella luna: brillante, nitida, ammaliante. Mi stavo recando in Valle Antrona, per scattare alcune immagini per il mio libro su Ossola e Valsesia. Ho intravvisto la possibilità di scattare alcune foto con la luna e le montagne. L’esposizione è singola, favorita da un momento specifico della giornata, quando la luna è nitida nel cielo, ma non è così luminosa da sovrastare tutto il resto della scena, rendendo impossibile ottenere una foto esposta correttamente, in tutte le sue parti. La fotografia di paesaggio è un genere riflessivo che richiede attenzione e pazienza. Ci sono momenti e situazioni, però, che richiedono velocità e prontezza, come questa. Eh si…la luna non rimane certo ferma ad aspettare i fotografi, così come le luce bassa e radente dell’alba che dura per un breve ed effimero lasso di tempo. Insomma, mentre mi muovevo in auto, lungo i tornanti della Valle Antrona, avevo molta fretta. Ad ogni curva vedevo la luna in posizione diversa, anche a causa del mio stesso spostamento. L’idea era ben precisa. Volevo trovarmi in una posizione che mi consentisse di inquadrare il nostro ameno satellite, proprio sopra la cresta spartiacque con la Valle Anzasca, la cui parte più suggestiva e interessante, dal punto di vista estetico, è il Pizzo del Ton, una snella piramide di roccia. Insomma, cercavo proprio uno scorcio con la luna quasi poggiata sulla parte sommitale della montagna. Ero sicuro che avrei trovato una composizione adatta, un pò perchè conosco bene l’Antrona e un pò perchè, dopo tanti anni di fotografia, c’è una sorta di vocina che mi parla e mi suggerisce alcuni spunti che, quasi sempre, risultano veritieri. E proprio su un rettilineo, vedo lo scatto che sto cercando. Tutto è perfetto, o quasi, ma non si può avere tutto. Parcheggio la mia X Trail, a lato strada, tanto non c’è nessuno. Piazzo il treppiede, inquadro e scatto. Il tutto ad una velocità esagerata, ma indispensabile…la luna non rimane certo ferma ad aspettare me. Sono attimi, momenti effimeri, scatti veloci, con tutti gli elementi del paesaggio al posto giusto, con lo sguardo, le mani, il cuore che agiscono all’unisono, in una situazione armoniosa e quasi perfetta. Scatto. Tutto ok. Poi una voce, netta, precisa. Distolgo lo sguardo dal mirino (eh si…io non uso il Live View, pongo ancora l’occhio nel pentaprisma). Un ragazzo con un falcetto, nella destra, e una lunga falce, nella sinistra, mi si avvicina deciso. Sono attimi, frazioni di secondo. Stringo forte il cavalletto. Poi lo vedo meglio. Sorride. Mi saluta. Mi chiede della mia fotocamera e mi racconta della sua Nikon D 7500 e dei luoghi che ama fotografare nella sua valle, dove vive. Mi suggerisce anche un paio di valloni per fotografare gli stambecchi. Un breve chiacchierata, piacevole e divertente. Poi saluta e torna a falciare il prato, proprio a lato strada. Nella mia foga fotografica, non mi sono accorto di aver parcheggiato vicino ad un gruppo di capre, le sue, per le quali sta “preparando” il cibo per l’inverno. Mi piace l’idea di avere incontrato un pastore – fotografo, in Valle Antrona, proprio nel momento in cui stavo scattando una foto di alba con luna, al Pizzo del Ton. Ed è solo l’inizio di quella che sarà una lunga sessione fotografica, tra le selvagge montagne della Valle Antrona.       

Un paio di tornanti dopo, non posso fare a meno di fermarmi nuovamente. Sembra un luogo esotico, quasi primordiale, con la vegetazione in primo piano. Ancora qualche scatto, con la luna in posizione diversa, come se fosse scesa dalla cima. 

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