di Cesare Re
Generalmente in macro-fotografia, si cerca di ottenere tutto il soggetto nitido, o per lo meno si lavora sempre per avere la profondità di campo più estesa possibile. E’ importante sottolineare che il punto di messa a fuoco, in fotografia, è sempre uno solo. In realtà, sarebbe più corretto parlare di “piano di messa a fuoco” (una sorta di parete di messa a fuoco, un piano verticale). Tutti i soggetti posti su questa sorta di parete immaginaria, quindi, risultano fuoco. Per avere nitidi anche i soggetti davanti e dietro, si aumenta la profondità di campo, chiudendo il diaframma.
Cosa è, quindi, la profondità di campo?
E’ la zona nitida, dalla fotocamera al soggetto e dal soggetto allo sfondo o all’infinito.
- Chiudendo il diaframma, si aumenta la profondità di campo, sia davanti, sia dietro il piano di messa a fuoco. Con diaframma aperto, invece, si diminuisce la profondità di campo.
- Più ci avviciniamo al soggetto e più la profondità di campo diminuisce. In macro fotografia è, quindi, veramente molto ridotta.
- Possiamo dire, quindi, che la profondità di campo diminuisce all’aumentare dell’ingrandimento.
- Anche la focale influisce: più l’ottica è lunga e più la profondità di campo diminuisce. In macro, se scattiamo con una focale di 50 mm, si può dire che, a parità di distanza e di diaframma, avremo una profondità di campo maggiore, rispetto all’utilizzo di un 150 o 200 mm.
- Altro fattore importante è posizionare la lente dell’ottica parallela al soggetto. E’ sufficiente inclinare leggermente la lente rispetto al soggetto per diminuire la profondità di campo. Se state scattando ad un piccolo insetto, per esempio, la differenza sarà veramente notevole.
- Da non sottovalutare la dimensione fisica del sensore e il numero dei mega piexel: tanto sono maggiori e più è visibile ed evidente lo sfocato. Quindi, la profondità di campo di una full frame da 36 mega piexel, per esempio, si può dire che risulti essere minore di quella di una fotocamera apsc da 16 mega.
Tutto nitido ?
Nella maggior parte dei casi, il macro fotografo è alla ricerca, quasi spasmodica, di una estesa profondità di campo. Nei miei workshop di fotografia, però, suggerisco sempre di avere “mentalità aperta” e di non “fossilizzarsi” sulle regole e sui codici dei vari generi fotografici. Sono molti i soggetti, in macro o close up, che risultano interessanti anche scattando in modo da ottenere una profondità di campo minore o non estesissima. La lumaca, sopra, ha nitido praticamente solo il punto di messa a fuoco, ovvero l’occhio.
Per fotografare gli ellebori, sopra, ho messo a fuoco il pistillo del soggetto al centro. Ho scattato con diaframma tale da ottenere nitidi i petali e lo sfondo leggermente sfocato. ma leggibile. Ovviamente molto dipende anche dalla dimensione del fiore stesso. Se è molto piccolo, per ottenere profondità di campo estesa è necessario chiudere molto il diaframma, anche intorno agli f 16 o f 22. Se il fiore è di dimensioni più generose, potrei voler avere tutto il soggetto nitido, ma lo sfondo sfocato, per non distrarre l’occhio dell’osservatore dal soggetto. Di volta in volta, sarà necessario scegliere il diaframma a seconda delle dimensioni del soggetto, dell’ingrandimento voluto e della lunghezza focale dell’ottica e dalle dimensioni del sensore della fotocamera.