Trioplan e bolle

di ghiaccio

di cesare re

di cesare re

Nikon D810, con Meyer Optik Gorlitz Trioplan 100 f2,8, meglio noto come Trioplan 100. I punti luce sullo sfondo sono delle gocce d’acqua e ghiaccio che, fuori fuoco, assumono questo aspetto caratteristico, tipo “bolla di sapone”. Fotocamera su treppiede, diaframma a tutta apertura e un lampo di flash (Nikon sb 800) per esaltare le gocce. Un tubo di prolunga consente di mettere a fuoco da più vicino, visto che questo 100 mm non è certo un macro, ma un normale obiettivo da ritratto. 

Una gelida mattina invernale e un “tubone” degli anni 50

Le immagini di questo articolo sono state scattate nell’arco di una mattinata invernale, utilizzando il Trioplan 100 (Meyer Optik Gorlitz Trioplan 100 f2,8).  Molto presto, a sole appena sorto, la luce bassa e radente consente di scattare alle pozzanghere ghiacciate, in pieno controluce , situazione essenziale per ottenere l’effetto bolle di questa ottica. Indispensabile l’uso di un treppiede e, in molti casi, di una slitta micrometrica che consente di mettere a fuoco spostando, avanti o indietro, l’insieme fotocamera obiettivo. 

Il Trioplan 100    

E’ un’ottica degli anni 50, un vero e proprio tubo di ferro che, grazie ad alcuni difetti ottici, consente di ottenere foto con un bokeh molto particolare, quasi onirico.

Negli ultimi anni, in pieno fulgore digitale, tra varie pratiche di post produzione e fotoritocco, sembra esserci anche un ritorno ad un tipo di fotografia più tradizionale. Qualche “contro rivoluzionario” torna alla pellicola o prova l’ebrezza, per la prima volta, di caricare un rullino e magari anche di svilupparlo. No…tranquilli! Non parliamo di fotografia analogica, ma di un particolare effetto, ben visibile sullo sfondo, ottenibile in ripresa, con un vecchio obiettivo e una fotocamera digitale, ma senza particolari espedienti di moderna post produzione, a parte le normali pratiche di sviluppo dei file raw e di qualche minima modifica degli stessi, insomma un po’ come si faceva prima dell’avvento dei pixel. Riassumendo, possiamo dire che il Trioplan è diventato un’ottica ricercata per il suo bokeh a “bolle di sapone”. L’effetto “bolle di sapone” del suo sfocato, così particolare e caratteristico, rende questo obiettivo, degli anni 50, interessante scattando in controluce, soprattutto quando ci sono gocce d’acqua o ghiaccio, come in questo caso. Questo medio tele non è un macro. Per scattare le immagini pubblicate in questo articolo è stato usato un tubo di prolunga da 21 mm, accessorio importante in questo caso. Si possono aggiungere anche altri tubi, in modo da ottenere un ingrandimento maggiore, riducendo la distanza minima di messa a fuoco. Il Trioplan 100 è stato prodotto dal 1950 al 1955. Era venduto a poche lire o, in periodo più recente, a pochi euro, sui banchi dei mercatini dell’usato, sino a poco tempo fa. Complici i social network e la velocità di divulgazione delle immagini su internet, negli ultimi anni, l’effetto bokeh di questo obiettivo vintage ha fatto proseliti. L’ottica è tornata in auge ed è diventata piuttosto ricercata. Anche il suo prezzo è aumentato notevolmente. Personalmente l’ho preso per uscire un pò dai classici canoni estetici richiesti dalle foto che scatto per lavoro (destinate alla pubblicazione su libri e riviste) che hanno un codice estetico ben preciso e seguono regole piuttosto rigorose, cercando soprattutto la riproduzione fedele della realtà. Ottenere l’effetto bolle, comunque, non è così semplice e immediato.

Ma come si scatta, quindi, con il Trioplan?

Sequenza di scatto con il Trioplan 

  • Si sceglie un soggetto, una pozzanghera ghiacciata in questo caso, in controluce, magari con delle gocce d’acqua sullo sfondo.
  • In genere, per soggetti di close up, si aggiunge un tubo di prolunga, poiché la messa a fuoco minima del Trioplan 100 è piuttosto elevata (110 cm) e non è un’ottica macro.
  • In genere uso un tubo di prolunga da 21 mm, per diminuire la distanza minima di messa a fuoco e aumentare il fattore d’ingrandimento. A volte aggiungo anche altri tubi di prolunga.
  • Si piazza la fotocamera sul treppiede, anche perché la lente è piuttosto pesante e scomoda per l’uso delle ghiere, a volte rigide, per questioni d’età.
  • Si mette a fuoco, con precisione, con diaframma a tutta apertura. L’ottica non consente l’accoppiamento del diaframma con la fotocamera. Significa che se chiudiamo il diaframma, entra meno luce, e l’immagine si scurisce. Normalmente, con ottiche moderne, l’inquadratura si vede sempre come se il diaframma fosse comunque a tutta apertura. Nel momento dello scatto, si chiude al valore effettivo.
  • Si misura l’esposizione, con un esposimetro esterno, oppure, in maniera più semplice, con la nostra fotocamera e un’altra ottica.
  • Si chiude il diaframma, se necessario, al valore desiderato. In genere, però, l’effetto “bolle di sapone” è più evidente a diaframma aperto. Chiudendo il diaframma le bolle divengono più definite, ma anche più piccole, sino a scomparire.
  • Si imposta il tempo di posa.
  • Usiamo iso bassi, per ottenere la miglior qualità di immagine possibile e assenza di rumore digitale.
  • Flash: per accentuare l’effetto “bolle di sapone” si può usare il flash, per illuminare le gocce d’acqua, sia in controluce, sia laterale alla fotocamera. Sconsiglio di usare il lampo dalla slitta della fotocamera, perché fornisce una luce diretta e piatta, essendo in asse con l’ottica. Meglio usare un lampo separato o collegato con un cavo.

 

 

 

 

Caratteristiche
Meyer Optik Goerlitz Trioplan 100mm f/2.8

 

  • Focale: 100 mm
  • Angolo di campo: 24 gradi 
  • Diaframma: da f 2,8 a f 22
  • Messa a fuoco: manuale…per forza è del 1950! Mica si può pretendere…
  • Distanza minima di messa a fuoco: 110 cm
  • Lunghezza: 9,5 cm
  • Peso: 280 gr, circa
  • Paraluce: ha un paraluce incorporato.
  • Interessante per punti luminosi fuori fuoco ad effetto bolla di sapone.
  • Attacco baionetta: Exacta oppure Vite, da utilizzare con specifico anello adattatore, in stop down, messa a fuoco manuale.
  • Note: non è un obiettivo macro, contrariamente al pensiero di molti. Si utilizza in stop down. Il mio è utilizzato, su Nikon F, con un anello adattatore con lente interna, in modo da mantenere la possibilità di messa a fuoco all’infinito. Per altre fotocamere, con tiraggio diverso, non serve la lente interna.
  • Prezzo: variabile, in base allo stato di conservazione. Mediamente si aggira intorno ai 300 euro, ma può essere anche molto più alto e sfiorare i 600 euro, per esemplari in condizioni eccellenti. Una follia, insomma!

Nuovo Trioplan

 Nel 2015, il Meyer Optik Goerlitz Trioplan 100 2,8 risorge a nuova vita, grazie al gruppo tedesco Globell Deutschland che immette sul mercato una riedizione del Trioplan, al prezzo stratosferico di 1500 euro! Dopo il successo iniziale, però, l’azienda è fallita, nonostante la messa in produzione di altre ottiche anche di focale diversa. Il nuovo Trioplan, in elegante livrea nera, è stato progettato con l’attacco per fotocamere reflex e mirrorless: Leica M, Leica L, M42, Fuji x, Micro-4/3, Nikon, Canon,  Sony E, Pentax; Il vintage, usato per le foto di questo articolo, ha solo attacco per Exakta e M42 ed è, quindi, necessario aggiungere un apposito anello adattatore. 

Tutte queste foto sono state scattate con Nikon D810 e Trioplan 100 (se non si fosse ancora capito…laughing. E’ stato usato un tubo di prolnga da 21 mm. La messa a fuoco è stata agevoalta da una slitta micrometrica, piazzata su treppiede, ovviamente. Il diaframma è semrpe, o quasi, alla massima a pertua, ovvero 2,8. Le bolle, infatti sono più evidenti a tutta apertura, poichè si esalta il difetto dell’aberrazione cromatica che rende così particolare lo sfondo. Le bolle appaiono sullo sfondo sfocato e in controluce. Ottenere l’effettone non è così automatico. Ci vuole un pò di pazienza e un pò di pratica. Ecco…portatevi i guanti. Alla mattina fa proprio freddo a dicemnbre… 

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